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AvA

MUSICA
PER PREDATORI

Se entri nel territorio di AvA non hai scampo. Nel suo mare musicale non c’è spazio per i perdenti. O Mangi o vieni divorato.

O aspiri alla cima della catena alimentare, o puoi tornare ad ascoltare musica fatta da poser figli di papà, finti depressi modaioli o trapper raccomandati.

L’era del matriarcato musicale è arrivata.

AvA è pronta per fare una strage. Scegli da che parte stare.

 

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Musica per Predatori

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CHI È

AvA

AvA è una predatrice: è l’incarnazione della Donna Alpha Self Made che da un paesino di provincia è arrivata a dirigere multinazionali.

 

E’ una donna che ha calpestato i peggiori stereotipi femminili in scarpe da tennis e che si è conquistata una posizione sociale alternando la sua vita diurna lavorativa per trasformarsi di notte in un mostro affamato di beat, moombahton e afro trap che infuocano le dance hall.

 

La musica di AvA è il manifesto della ribalta personale a discapito di una società che ci vorrebbe inermi, disillusi e arresi all’impotenza. Soprattutto se nasci donna.”

Quando Laura aveva solo cinque anni, mentre galleggiava con i braccioli a largo del Circeo un pò troppo distante dal pedalo’ dei suoi genitori, uno squalo bianco di quattro metri e mezzo le fece qualche giro intorno e le passò sotto le gambe minuscole senza torcerle nemmeno un capello.

 

Lo spostamento d’acqua che ne derivò impresse nella piccola Laura una sensazione che non avrebbe mai dimenticato e da quel giorno instaurò un legame indissolubile con l’indiscusso re del mare, tanto che Laura crebbe in fretta e capì subito che la vita che le aveva auspicato la sua famiglia composta da un normale impiegato ed una casalinga, le sarebbe stata stretta.

 

La musica fu la sua ancora di salvezza, la magia che la preservò dal cadere in cattive abitudini e pessime amicizie quando ancora le cattive abitudini non andavano di moda e facevano di te un emerito coglione e non un figo.

Girò l’Italia da nord a sud con la sua band, vinse svariati concorsi e partecipò tra gli altri, al festival di Musicultura dove arrivò in semi finale con le Calypso Chaos.

 

Ma non era abbastanza. Tutti i sacrifici, gli sforzi e la montagna di soldi spesi per produrre musica ad alti livelli non portavano dove avrebbe voluto e tutto quello che usciva dalle sue dita non la rappresentava più.

Di fondo sentiva che stava cambiando e gli incubi popolati da enormi squali bianchi si facevano sempre più frequenti.

Così decise di dare una svolta alla sua vita.

Di giorno lavorava, di notte studiava e produceva musica.

Ma gli incubi non diminuivano, anzi. Gli squali continuavano a popolare i suoi sogni e a confonderla. C’era qualcosa che le sfuggiva, le mancava qualcosa.

E fu proprio mentre nuotava in mare che capì. Laura doveva morire per fare spazio a qualcun altro che da tutta la vita scalpitava per farsi spazio.

C’era un demone dentro di lei, quel mostro fatto di denti, branchie e occhi neri che di notte veniva a ricordarle che in realtà era lui il padrone della sua vita e che era arrivato il suo momento.

Così Laura si arrese. Appese la chitarra acustica al chiodo, lasciò la timidezza in fondo al mare e si decise a diventare AvA.

AvA è una predatrice: è una donna che ha calpestato i peggiori stereotipi femminili in scarpe da tennis e che si è conquistata una posizione sociale alternando la sua vita diurna lavorativa per trasformarsi di notte in un mostro fatto di beat, moombahton e afro trap che infuocano le dance hall.

La musica di AvA è il manifesto della ribalta personale a discapito di una società che ci vorrebbe inermi, disillusi e arresi all’impotenza. E’ il costume da super eroe nascosto sotto la divisa da lavoro.

E’ la dimostrazione che chiunque ha il potere di cambiare la propria vita senza dover scendere a compromessi, anche se si è donne.

Soprattutto se si è donne.

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